links gastro
 

Funghi e habitat di Pantelleria

pan01
Cartina di Pantelleria con le aree vegetazionali;
in verde i boschi sempreverdi e in giallo la macchia-mediterranea e gariga.

Sono stato a Pantelleria 5 volte: 1 in primavera (aprile 1986), 2 in estate (luglio 2004 e luglio 2007) e 2 in autunno (dicembre 1999 e novembre 2014). Durante i viaggi in primavera ed estate ho potuto conoscere non solo il meraviglioso mare di Pantelleria, ma anche ‘scoprire’ e conoscere - approfondendoli sempre di più - gli habitat naturali con la relativa flora e vegetazione, tipicamente mediterranei. Da subito innamorato dell’isola, ho sempre desiderato tornarci per conoscere e studiarne la relativa flora micologica, però nel periodo giusto, in autunno o in autunno/inverno. Una prima occasione si presentò verso i primi giorni di dicembre 1999 quando, con gli amici Ennio Colucci e sua moglie Angela - entrambi del Gruppo Micologico Milanese - riuscimmo, in quattro giorni, a reperire 51 specie fungine, elencate in calce. Allora si trattò di un primo censimento mirato alla conoscenza e allo studio della flora micologica pantesca, e per la quale ho già scritto il relativo articolo (1) comparso sul n. 68 (2000) della rivista di micologia divulgativa “I funghi dove … quando”. Confrontando tale elenco con quello del novembre 2014, pur constatando una certa ripetitività nelle specie, è evidente la grande differenza dei taxa presenti nei due periodi; più numerosi a novembre (più caldo), con più amanite e boleti e niente tricolomi, lattari e cortinari; meno numerosi a dicembre (più fresco), ma con meno amanite e boleti e più tricolomi, lattari e cortinari, ovviamente quest’ultimi più caratteristici del periodo autunnale.

pan01
Il deserto… lavico (foto E. Colucci)

pan03
La costa Nord: Punta Zinedi

pan04
La foresta (pini e lecci nella nebbia) a Montagna Grande

pan05
Il mirto (Myrtus communis), abbondantissimo a Montagna Grande

A proposito della flora micologica di Pantelleria esiste solo un lavoro del Prof. Francesco Catanzaro (2) di Mazara del Vallo (che visiteremo l’ultimo giorno della nostra permanenza siciliana…); in esso vengono elencate 181 specie fungine di cui quattro - Acetabula clypeata (Pers.) Boud., Hebeloma strophosum Fr., Hysterangium cistophilum Tul. e Pluteus exiguus Pat. - risulterebbero, a quel tempo, nuove per la flora micologica italiana. Con la sola eccezione dell’Hebeloma strophosum reperito nel 1999, nessuna traccia degli altri, probabilmente presenti in altri habitat o in periodi differenti rispetto a quelli da noi visitati. 

La seconda occasione per studiare i funghi panteschi viene con la 15ª Mostra Micologica organizzata dal 15 al 17 novembre a Erice (TP) dal Gruppo Micologico “Tonino Pocorobba” di Valderice (TP). Da Erice a Trapani e da lì a Pantelleria il passo… è breve! Sono con me alcuni valenti Amici del Gruppo Micologico Milanese - Ennio Colucci con la moglie Angela Civelli, Dott. Guglielmo Gregorio con la moglie Franca Monticelli e il Dott. Michele Luongo, questi ultimi membri del Consiglio Direttivo del Gruppo meneghino - che già avevano partecipato alla mostra ericina e, insieme, partiamo la sera del 16 per Pantelleria. Ci raggiungeranno poi, nella mattinata del 18, il Colonnello Nino Giacalone, Presidente del Gruppo Micologico “Tonino Pocorobba” di Valderice e sua moglie Dina.

pan06
Xerocomus subtomentosus

pan07
Cantharellus ferruginascens

pan08
Leucopaxillus gentianeus

pan09
Amanita pantherina

pan10
Coprinus picaceus

pan11
Clathrus ruber

Note storico-geografiche (3, 6). In autunno Pantelleria è verdissima e, già dall’aereo, sembra uno smeraldo incastonato su una base di lava nera. Infatti Cossyra, nome latino e forse il più bel nome antico di Pantelleria, è un’isola originatasi da un fenomeno vulcanico sottomarino piuttosto recente, circa 200.000 anni fa. Sulla sua superficie si contano fino a 50 vulcani ormai spenti. L’ultima eruzione in superficie risale al 1756, ma altri fenomeni eruttivi si verificarono in mare, al largo dell’isola, nel 1831 e nel 1890-91, con i quali affiorarono in superficie materiali magmatici ben presto distrutti dall’erosione marina. La superficie di Pantelleria è di 83 Kmq ed è la più grande delle isole siciliane. L’altezza massima è di 836 m con la cima della Montagna Grande dalla quale, nelle giornate limpide, si scorge la costa Tunisina (Capo Mustafà) che dista solo 70 Km. L’isola è lunga al massimo 14 Km e larga 8. Il clima è prettamente mediterraneo con una ricca vegetazione corrispondente.
 
L’ambiente (4). Il bosco sempreverde, nel quale abbiamo concentrato la nostra ricerca micologica sia nel 1999 che nel 2014, si trova sulle pendici della Montagna Grande (836 m) e del Monte Gibele (700 m) ed è costituito da pini marittimi (Pinus pinaster), pini d’Aleppo (Pinus halepensis), lecci (Quercus ilex, più abbondanti sul Gibele), corbezzoli (Arbutus unedo, al pari più abbondanti sul Gibele) e tantissimo mirto (Myrtus communis). Talvolta i corbezzoli formano, come per esempio lungo la stradina che sale al cratere del Gibele, dei piccoli boschi puri, tappezzando il terreno con i loro coloratissimi frutti. Più in basso o verso la costa il bosco si trasforma in macchia-foresta o macchia dove i pini sono sostituiti dal ginepro (Juniperus phoeniceus) e compare l’erica (Erica arborea), il lentisco (Pistacia lentiscus), l’euforbia arborea (Euphorbia dendroides), il cisto (Cistus monspe­liensis, incanus, salvifolius ecc.), il rosmarino (Rosmarinus officinalis) e altre piante tipiche della macchia mediterranea. Il suolo è prevalentemente costituito da rocce basaltiche, cioè basiche (6). Com’è noto le rocce basaltiche sono, tra quelle magmatiche, le più basiche dal punto di vista chimico; cioè spiega la presenza abbondante, sull’isola, del leccio (Quercus ilex), essenza tipicamente basofila.

Nell’isola è assai fiorente l’attività agricola (3): in primis i famosi capperi (Capparis spinosa) e l’uva zibibbo sia da tavola sia per la produzione del celebre vino liquoroso passito. Pregiati inoltre sono gli ulivi di Pantelleria che producono un ottimo olio e gli aranci e limoni con i quali si confezionano delicate e profumate marmellate. Gli agrumi sono spesso custoditi nei caratteristici ‘giardini arabi’, cioè larghi coni tronchi fatti con la pietra lavica, per proteggere le piante dal vento.

Primo giorno. Ci rechiamo sulla Montagna Grande sia nel mattino che nel pomeriggio: il caldo e il bel tempo degli ultimi mesi ha reso l’isola un po’ meno verde rispetto ad altre annate nel medesimo periodo e infatti nelle zone basse pochissimi sono i ritrovamenti effettuati. Tuttavia, dai 400 metri in su, lo scontro continuo tra masse di aria calda e umida (proveniente dal mare) con quella più fredda delle alte cime dell’Isola (Montagna Grande e Monte Gibele) fa condensare l’umidità marina in fitte nuvole che creano una densa nebbia nei boschi… Questo fa sì che il substrato boschivo sia sempre piuttosto umido. In un sottobosco ricchissimo di mirto (abbondantemente raccolto!) troviamo tanti funghi, tra cui enormi Agaricus augustus, abbondantissimi Coprinus picaceus, bellissime Amanita pantherina, grossi e coloratissimi Clathrus ruber… Non mancano anche diversi esemplari di buon valore gastronomico tra cui Clitopilus prunulus, Clitocybe gibba, Gyroporus castaneus, Xerocomus subtomentosus, Suillus bellinii, Cantharellus ferruginascens ecc. prontamente ‘cestinati’ per scopi gastronomici… Beh sì, non si può andare a Pantelleria senza assaggiare i suoi funghi! …

pan12
Montagna Grande. Da sinistra: Nino Giacalone, Franca Monticelli,
Michele Luongo e Guglielmo Gregorio. Special Guest: Macrolepiota procera…

pan13
‘Effetto ghiaccio’ sul lago specchio di Venere (bagno dell’acqua)

pan14
Lago di Venere: in primo piano il “juncuduvagnu” (Schoenoplectus litoralis),
specie endemica dell’isola

pan15
Parte del gruppo al lago di Venere. Da sinistra: Michele Luongo, Dina Giacalone,
Nino Giacalone, Franca Monticelli, Angela Civelli e Guglielmo Gregorio

pan16
Alle sorgenti di acqua calda sulfurea al Lago di Venere.
Da sinistra: Michele Luongo (chino), Ennio Colucci e Franca Monticelli (foto di N. Giacalone)

pan17
Da Cala di Tramontana verso Punta Rubasacchi e il suo faraglione

pan18
La roccia dell’elefante a Cala di Tramontana

pan19
Roberto Galli fotografando... Sullo sfondo: la roccia dell’elefante (foto N. Giacalone)

Secondo giorno. Ci raggiunge il Colonnello Nino Giacalone e sua moglie Dina. Il mattino è dedicato al periplo costiero o quasi dell’intera isola… Qui scopriamo ambienti e angoli di rara bellezza naturalistica… Un po’ all’interno ecco lo splendido lago di Venere (bagno dell’acqua); è un grande cratere vulcanico colmato da acque sorgive calde e sulfuree. Girando intorno al lago scopriamo addirittura alcune piante endemiche dell’isola, tra cui Periplaca laevigata e Schoenoplectus litoralis (5). Non mancano anche qualche basidioma di Marasmius oreades.
Nel pomeriggio torniamo sulla Montagna Grande e troviamo nuovi interessanti funghi tra cui Geastrum rufescens, Lactarius rugatus, Inocybe bongardii, Lentinellus omphalodes, Micromphale brassicolens, Ramaria stricta… Oltre ad alcune grandi Macrolepiota procera e altri funghi destinati alla cucina… La sera, infatti, tutti stanchi ma felici per i ritrovamenti micologici e per i bei luoghi visitati, ci concediamo una super tagliatellata con 12 specie di funghi panteschi! I funghi di Pantelleria sono eccellenti - complice forse il fertile substrato lavico - e i panteschi li cucinano egregiamente, usando pregiati condimenti locali.

pan20
Di nuovo sulla Montagna Grande: in cima, la foresta incantata! (foto E. Colucci)

pan21
Gli stessi (più uno) Clathrus ruber di Montagna Grande rifotografati il giorno dopo!

pan22
Geastrum rufescens

panadd
Il Monte Gibele: è ben visibile il cratere e il sentiero per raggiungerlo

pan23
Salendo verso il Monte Gibele da Sud

pan24
Verso il Monte Gibele: corbezzoli ed erica arborea. Sullo sfondo, la Montagna Grande da Sud

pan25
Entoloma undatum

pan26
Russula maculata

pan27
Xerocomus dryophilus

pan28
Gyroporus castaneus

Terzo giorno. La meta è il Monte Gibele (700 m): arriviamo fino in cima al vasto cratere attraverso la stretta stradina percorsa prima in auto e poi a piedi. Ci stiamo quasi tutto il giorno e, in mezzo a fitti boschi di lecci e corbezzoli, troviamo una gran quantità di funghi, tra cui molte Russula e Boletaceae. Tra i più tipici basidiomi segnalo: Russula maculata, Russula amoenolens, Russula subterfurcata, Russula violeipes f. citrina… e poi Entoloma undatum, Omphalotus olearius, Gyroporus castaneus, Boletus fechtneri, Xerocomus dryophilus ecc. Nella fitta macchia a cisto presente all’interno del cratere del Gibele una sorpresa: Amanita cistetorum e Lactarius tesquorum… Di nuovo la sera, al ristorante, con gli esemplari più belli e gastronomicamente più pregiati, ci concediamo un ricco antipasto con dei gustosi crostini ai boleti misti…

pan29
Salendo verso il cratere del Monte Gibele.
Da sinistra, Nino Giacalone, Ennio Colucci e, in fondo, gli altri

pan30
La meta è raggiunta! Eccoci sul cratere! Da sinistra: Franca Monticelli, Angela Civelli, Guglielmo Gregorio, Ennio Colucci, Nino Giacalone e Michele Luongo. Manca il fotografo: Roberto Galli

pan31
Amanita cistetorum, reperita sotto cisto nel cratere del Monte Gibele

pan32
Il gruppo mentre ritorna dal Monte Gibele (sullo sfondo)

In tutti questi giorni, dopo ogni escursione, la sera, prima di cena, Roberto Galli intratteneva il gruppo con la discussione, revisione e determinazione delle specie raccolte. Il Dr. Guglielmo Gregorio era, come sempre, incaricato di requisire e poi di essiccare alcuni esemplari delle specie più interessanti trovate, o comunque non presenti nell’erbario ufficiale del Gruppo Micologico Milanese. Poi tutti controllavano e catalogavano le numerose foto fatte durante le escursioni… Insomma, un vero e proprio lavoro di gruppo, in tutta sinergia e collaborazione, anche se eravamo solo in otto!…

Il giorno dopo, di mattina presto, rientro a Trapani! Ma non è ancora finita: avendo l’aereo per Milano in tarda serata, il Colonnello ci carica in macchina e via in un simpatico ‘giro’ turistico nel trapanese… Ci rechiamo a Marsala, passando dalle sue saline, visitando il Museo Archeologico della nave punica rinvenuta - con centinaia di anfore e altri reperti - nelle acque antistanti e Porta Garibaldi dove nel 1860 avvenne lo sbarco dei Mille… Poi andiamo a Mazara del Vallo, gran bella città non solo di mare, visitando il Museo del Fauno danzante, rinvenuto in mare da un peschereccio di Mazara… il Duomo e altre antiche costruzioni… Poi, pausa pranzo con il tipico cous cous di pesce… Infine, ritorno a Trapani passando da altri Paesi caratteristici…
Un grazie di cuore al Colonnello Nino Giacalone per averci fatto da guida e da… cicerone!

pan33
Il porto di Pantelleria di notte: in primo piano il Castello (foto N. Giacalone)

pan34
Il Duomo di Mazara del Vallo dai giardini centrali

pan35
Mazara del Vallo: Piazza del Duomo

pan36
Le Isole Egadi dal porticciolo delle saline di Marsala.
Da sinistra: Marettimo, Favignana e Levanzo

Non mi resta ora che ringraziare tutti i miei compagni di viaggio per l’aiuto e la collaborazione dimostrata durante queste intense ma proficue giornate trascorse insieme nella meravigliosa… “perla nera del Mediterraneo”!

Roberto Galli
 


Elenco delle specie reperite e determinate (85) nel novembre 2014:
Agaricus arvensis, augustus var. augustus, campestris, porphyrizon, praeclare­squamosus var. praeclaresquamosus; Amanita cistetorum, pantherina, proxima; Aureoboletus gentilis; Boletus fechtneri, impolitus; Cantharellus ferruginascens; Clathrus ruber; Clitocybe gibba, odora; Clitopilus prunulus; Collybia asema, butyracea; Coprinus auricomus, picaceus, plicatilis; Daldinia concentrica; Echinoderma asperum; Entoloma undatum; Ganoderma lucidum; Geastrum rufescens; Gymnopilus sapineus; Gyroporus castaneus; Hebeloma cistophilum; Hygrocybe pseudoconica; Hygrophorus persoonii; Hypholoma fascicolare; Inocybe bongardii, caesariata, eutheles, rimosa; Inonotus tamaricis; Lactarius chrysorrheus, rugatus, tesquorum, zonarius; Lentinellus omphalodes; Lepiota clypeolaria, cristata; Lepista inversa; Leucoagaricus macrorrhizus; Leucopaxillus gentianeus; Limacella subfurnacea; Lycoperdon molle; Macrolepiota procera; Marasmius oreades; Micromphale brassicolens; Mycena aetites, pura, seynii; Omphalotus olearius; Phellinus torulosus; Pisolithus arhizus; Polyporus meridionalis; Psathyrella candolleana, conopilus; Ramaria stricta; Rhodocybe gemina; Russula acrifolia, amoeolens, amoenicolor, chloroides, decipiens, densifolia, foetens, fragilis, maculata, odorata, pectinatoides, persicina, prinophila, subterfurcata, violeipes f. citrina, werneri; Scleroderma verrucosum; Stropharia coronilla; Suillus bellinii; Xerocomus dryophilus, porosporus, subtomentosus

Elenco delle specie reperite e determinate (51) nel dicembre 1999:
Agaricus campestris, porphyrizon, xanthodermus var. griseus; Amanita muscaria; Astraeus hygrometricus; Clitocybe gibba, phaeophthalma; Collybia asema, butyracea, dryophila; Coprinus picaceus, plicatilis; Cortinarius cedretorum, elatior, trivialis; Gymnopilus penetrans, spectabilis; Hebeloma cistophilum, crustuliniforme, fastibile, strophosum; Hypholoma fascicolare; Inocybe geophylla; Laccaria affinis; Lactarius chrysorrheus, deliciosus, sanguifluus var. violaceus, tesquorum, zonarius; Leccinum lepidum; Lentinellus omphalodes; Leocarpus fragilis; Lepiota cristata; Lycoperdon foetidum, perlatum; Lyophyllum aemiliae, deliberatum, decastes; Mycena pura; Omphalotus olearius; Pholiota decussata; Polyporus meridionalis; Psathyrella conopilus; Russula monspeliensis; Suillus bellinii, collinitus; Tricholoma batschii, scalpturatum, stans, striatum; Xerocomus dryophilus

 


torna su